Da Spunda è il titolo del mio ultimo album, il mio primo progetto SOLO che in dialetto piemontese significa “di sponda”.
Così come nel gioco del biliardo, fare gioco di sponda significa sfruttare l’effetto di deviazione o respinta prodotto da un urto, il mio lavoro è il tentativo di usare le difficoltà della vita trasformandole in opportunità per migliorarsi e rinnovarsi.
Scrivere le musiche e soprattutto i testi della maggior parte dei brani mi ha fatto scoprire aspetti e sfumature della mia personalità che, a mano a mano, sono diventate più evidenti, più forti, più insopportabili ma che alla fine si sono combinati e riappacificati.
Le atmosfere delle canzoni abbracciano tutte le esperienze musicali dei miei quasi quarant’anni di attività ed i testi sono per la maggior parte autobiografici e in dialetto Santhiatese.
Un linguaggio di difficile comprensione ma ritmico e ricco di saggezza popolare nei modi di dire.
Liberazione, sfogo e necessità di mostrarmi per quello che sono, nudo e senza vergogna.
Parlo di paure, speranza, soluzioni, rapporti affettivi e ho voluto inserire tra i brani una specie di gioco di piedi, mani e gambe nato da una esperienza didattica di body percussion con una classe di bambini della prima elementare e sviluppata nei workshop e negli incontri con i gruppi-Alzheimer.
Ho utilizzato percussioni, voce, una cassetta di legno suonata a piedi nudi e da me battezzata Fast-Foot, una chitarra costruita con materiali di recupero e percossa da una bacchetta del ristorante cinese (Sai-nen), sintetizzatori, kalimba, il mio corpo, piano elettrico, chitarra classica ed oggetti vari (vassoi metallici, damigiane, giocattoli).
Alcuni brani sono registrati con una filosofia “live”, altri con sovraincisioni e con la partecipazione di tre artisti miei conterranei ma soprattutto tre grandi amici.
Tre ciliegine sulla torta.
I brani
In questo lavoro, fondamentalmente composto da brani inediti, ho inserito Fiorin Fiorello per queste ragioni:
a) L’ho dedicato a mio padre che si chiamava Fioravante che veniva chiamato amorevolmente da tutti Fiore o Fiorin Fiorello e guarda caso, era nato nel ’39.
b) ho iniziato a suonare il tamburo accompagnando le majorettes del paese e la Banda Musicale Cittadina di Santhià. Durante una sorta di Jam session dopo una sfilata, i fiati avevano intonato Fiorin Fiorello ed io li stavo accompagnando con una bacchetta sulla pelle del mio tamburo rosso e con l’altra sul cerchio metallico a mò di piatto. Ero diventato un batterista… e stavo bene! Questa immagine nella mia mente è una fotografia che non si è mai sbiadita.
c) Vidi il mio Maestro Enrico Lucchini, divertirsi, felice come un bambino, nel suonare Fiorin Fiorello con un quartetto Jazz.
d) Ma forse il motivo principale per cui ho registrato questa cover e che, mentre mi esercitavo per imparate il testo, ogni volta che arrivavo a : “ma quando tu sei con me, io son felice perché” quella frase o quelle note, toccavano puntualmente qualcosa nel mio profondo.
In realtà ci vollero altri nove anni per completare quelle ultime due righe, sentire mia madre nel cuore, provare il dolore per la sua morte e finalmente piangere tutte quelle lacrime che da troppo tempo aspettavano di uscire.
Motivo popolare vercellese. Un blues della risaia che racconta delle problematiche e del fallimento di un matrimonio in una ambientazione sonora decisamente afro. Un pezzo tradizionale stupefacentemente autobiografico.
Piergiorgio Miotto al trombino.
Quiete
A volte non trovo le parole per esprimere un emozione e allora lascio che sia la musica a parlare. Lo dice anche Benigni.
Come scritto sopra: così come nel gioco del biliardo, fare gioco di sponda significa sfruttare l’effetto di deviazione o respinta prodotto da un urto, per me significa trasformare le difficoltà della vita in opportunità di miglioramento e rinnovamento.
Cameo di Roberto Amadè voce
Nella loro semplicità dicono tutto o, almeno l’unica cosa certa in amore.
La gamba porta il piede a fare il passo.
Quando c’è l’amore, c’è la forza di fare un altro passo, di andare avanti, di crederci ancora.
Loredana Guarneri al violoncello
Qualche momento live: